Buondì lettori!
Come state??Quanto tempo!!Scusate l'assenza ma è un periodo impegnativo e ci saranno tanti cambiamenti all'orizzonte per me di cui vi parlerò presto...il trasloco, la burocrazia, la vita vera, il lavoro e tante altre cose da fare che ho pochissimo tempo per leggere e praticamente zero per passare nei vostri angolini...I'm sorry! =(
Ma eccomi che torno tra voi con una recensione veloce veloce, una pubblicazione recente della Beat che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere!
Come state??Quanto tempo!!Scusate l'assenza ma è un periodo impegnativo e ci saranno tanti cambiamenti all'orizzonte per me di cui vi parlerò presto...il trasloco, la burocrazia, la vita vera, il lavoro e tante altre cose da fare che ho pochissimo tempo per leggere e praticamente zero per passare nei vostri angolini...I'm sorry! =(
Ma eccomi che torno tra voi con una recensione veloce veloce, una pubblicazione recente della Beat che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere!
Titolo: March. Il padre delle piccole donne
Titolo originale: March
Autore: Geraldine Brooks
Pagine: 320
Editore: Beat
Anno di pubblicazione: 2015
ISBN: 978-8865592502
Prezzo di copertina: €9.00
Trama: 1861, Virginia. La Guerra civile infuria e nel salotto di Augustus
Clement, dove un tempo la moglie riceveva gli ospiti, ora sono accampati
i feriti delle truppe unioniste. Accovacciato in un angolo c'è anche il
cappellano March, che si perde nei ricordi di una notte di vent'anni
prima quando, ancora venditore ambulante, era stato ospite di Augustus e
aveva scoperto i baci e le carezze di Grace, la bella schiava di colore
dei Clement. Per scacciare il turbamento di quella primavera, il
cappellano estrae dalla tasca un piccolo involto di seta con un riccio
biondo, un ciuffo nero, un ricciolo castano: le ciocche dei capelli di
Amy, Beth e Meg, le sue figlie, le sue piccole donne lontane...
Geraldine Brooks rivolge un doppio omaggio a "Piccole donne". Da un lato
narra quello che nel celebre libro della Alcott è taciuto (l'anno che
Mr. March trascorse in guerra) e, dall'altro, modella la figura di
quest'ultimo su quella del padre vero della Alcott, Bronson Alcott, uno
dei grandi esponenti dell'idealismo americano del XIX secolo con Emerson
e Thoreau.
In questo romanzo, pubblicato dalla
Neri Pozza con il titolo “L'idealista” nel 2005 e vincitore del
premio Pulitzer nel 2006, la Brooks tenta di dare una risposta alle
domande e alla curiosità suscitate in ogni lettore, appassionato o
meno, di “Piccole Donne”...chi è quella figurata maschile sempre
costante nei pensieri delle piccole protagoniste ma che
effettivamente l'autrice americana non ha mai svelato? Chi è
quel Signor March, tanto caro a Jo e le sue sorelle, che appare solo
ad inizio e fine romanzo??
Da questa idea parte un romanzo che si
basa su un'ottima ricostruzione storica, su questo la Brooks non si è
smentita, ma che purtroppo non ha saputo coinvolgermi come speravo.
Mi è piaciuta l'ambientazione, siamo
negli anni abolizionisti, e la grande capacità della scrittrice di
trattare usi e costumi dell'epoca mi ha portata indietro nel
tempo ma credo che il grande difetto di questo romanzo sia nel
protagonista.
Il sig. March è un uomo dalle tante
parole ma pochi fatti, un uomo verso cui ho provato sentimenti
contrastanti, che mi ha catturata con il racconto della sua
giovinezza ma che nel corso della storia non sono riuscita ad
apprezzare sia per i suoi sbagli che per i suoi atteggiamenti ma non solo.
E' un romanzo molto distante da quello
della Alcott, è malinconico e triste, è un romanzo sicuramente
particolare che però non riesco tuttora ad inquadrare perfettamente, è un romanzo
piacevole e che tutto sommato scorre abbastanza ma non ha quel
non-so-ché in più!
Un romanzo che vuole celebrare il
grande classico per ragazze ma che tenta anche di risvegliare la
curiosità del lettore verso la storia di Louisa M. Alcott e la sua
famiglia, in particolare verso il padre, figura su cui la Brooks si è
basata per ritrarre il cappellano March, ma che purtroppo secondo me non ha
funzionato.
Non so se siate degli estimatori di
“Piccole donne” (io decisamente no) e la figura del padre vi
incuriosisca, potrebbe piacervi come no, ma ho trovato questo romanzo
troppo tiepido, mi aspettavo di più e speravo di essere rapita come
mi era successo con “Annus Mirabilis” e invece niente, avevo
troppe aspettative.
È in WL da qualche tempo. Non avevo in programma di leggerlo presto e la tua recensione mi dissuade ulteriormente.
RispondiEliminaho letto Piccole donne da bambina, ma queste ricostruzioni da punti di vista differenti non mi ispirano molto :/
RispondiEliminaMi dispiace che non ti abbia soddisfatto pienamente, l'idea di base sembra davvero buona e interessante :)
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