giovedì 1 ottobre 2015

Recensione "Bunker Diary" di Kevin Brooks

Buon giovedì! ^^ Il secondo sondaggio ha dato la parità fra questo titolo e Omero, Iliade di Baricco, ma visto che Bunker Diary era al secondo posto al primo sondaggio, ho deciso di dargli la precedenza. Se anche al terzo sondaggio Omero, Iliade avrà ottenuto i voti più alti, toccherà a lui! ;) Ma veniamo alla recensione di oggi.

Titolo: Bunker Diary
Autore: Kevin Brooks
Traduttore: Paolo Antonio Livorati
Pagine: 277
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Piemme
ISBN: 9788856644302
Prezzo: 15,00 €

Trama: Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire. 
Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere. "Bunker Diary" è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un'escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati "dall'uomo di sopra"...
Voto:


Trovo che scrivere una recensione su questo libro sia un minimo difficile: il primo motivo è che sto ancora cercando di metabolizzarlo e seconda cosa il tema trattato non è affatto dei più semplici, ovvero il rapimento.

Quello che ci racconta Brooks in questo romanzo è la storia  di Linus, un 16enne benestante che decide di scappare di casa e vivere per strada, quando ad un certo punto viene rapito da un uomo. Linus si ritroverà segregato in un bunker, dove presto sarà raggiunto da altre 5 persone anch'esse rapite, finché non si arriva all'epilogo finale del quale non vi accenno nulla.
Il tutto è raccontato dal punto di vista del protagonista attraverso le pagine del suo diario che scrive, appunto, nel bunker.

Ho letto in giro recensioni decisamente negative su Bunker Diary, soprattutto per quanto riguarda il finale: non mi trovo d'accordo sul fatto che l'autore abbia voluto evitarlo. Certo, personalmente preferisco un finale con la F maiuscola che colleghi tutti i pezzi e che non mi faccia rimanere con delle domande in sospeso, ma non so perché, ogni volta Brooks riesce ad affascinarmi e a farmi riflettere per giorni e giorni al significato di questa scelta: cosa è successo o cosa potrebbe essere accaduto? Che fine ne sarà dei protagonisti? Chi e perché ha agito così? Ma, onestamente, quando ci sono dei rapimenti (e mi viene da pensare al famoso caso di Natascha Kampusch) c'è veramente un senso nel gesto di privare un'altra persona della propria libertà?
Leggendo il libro e poi documentandomi sul caso della Kampusch e sul caso Fritzl, mi sono accorta di quanto l'autore si sia mantenuto (passatemi il termine) fedele a fatti di cronaca realmente accaduti.
Su una cosa sono d'accordo ed è la leggera pacatezza (un po' troppa) del libro: vista la situazione dei personaggi e le condizioni in cui si sono trovati mi sarei aspettata maggiore ansia, ma è anche vero che il rapitore scelto da Brooks è caratterizzato da un comportamento "tranquillo", seppur - chiaramente - terrificante e misterioso. Solo per quello giustifico il mio voto.

In conclusione consiglierei la lettura a chi ha voglia di un libro che pur essendo estremamente facile e scorrevole da leggere, lasci un segno a fine lettura e che ci porti a compiere delle domande sul mondo che ci circonda.

15 commenti:

  1. Ok, voglio assolutamente leggerlo. Sono curiosissima. Purtroppo dovrà aspettare. La mia prossima spesa sarà Villette di Charlotte Bronte. Sto cercando di trattenermi dal comprare, sai cerco di smaltire un po' di libri. :D

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    1. Guardavo proprio sera con tanta bava alla bocca Villette! *____* Anch'io cercherò di limitare gli acquisti prossimamente, ma certe volte è impossibile! :Q__

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    2. Ila sta con il 25% di sconto, come posso non prenderlo?! :P In effetti fa troppa gola, ma è un bel mattoncino.

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    3. Cavolo, non ci avevo fatto caso! O.O Fai proprio bene ad approfittarne!! Eh sì, è un bel mattoncino ma magari si legge in un baleno! ;)

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  2. E' uno di quei libri che sono sempre indecisa se prendere o no!

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    1. Allora leggilo prima in ebook, così una volta letto saprai ben decidere se acquistarlo o meno Ile! ;)

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  3. Ho letto la tua bella recensione con molto interesse. Ho appena iniziato a leggere Bunker Diary e devo ammettere che, fin dalle prime pagine, il coinvolgimento è totale :)

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    1. Mi trovi d'accordo: è impossibile non continuare a leggerlo, la curiosità di sapere come continua (e finisce) sono troppe. Buona lettura!!! ^^

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  4. Purtroppo io sono una di quelle che non è rimasta molto convinta >.< sia per il finale sia per il resto che ho trovato troppo pacato come hai detto anche tu, io non sono riuscita a giustificare la cosa... il che è un vero peccato perché lo stile di scrittura di Brooks non mi dispiace, ma dopo essere rimasta due volte delusa dubito che leggerò altro di suo :/

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    1. Sì, poteva essere portato a compimento anche in una maniera migliore, di questo sono cosciente e mi trovi d'accordo, ma il suo primo romanzo mi era piaciuto abbastanza quindi credo che darò anche una terza chance all'autore. ;)

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  5. Che tema terribile da affrontare in un romanzo,tanto di cappello all'autore,ha avuto molto coraggio!io non so se ce la farei a leggerlo,mi farebbe stare troppo male!

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    1. Guarda, io da qualche anno ha 3096 giorni di Natascha Kampusch e dopo aver letto questo romanzo ero lì lì per leggerlo... sono un po' spaventata dal leggerlo perché chiaramente ci starei male, ma prima o poi voglio proprio leggerlo!

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  6. A me è piaciuto molto proprio perché ha una prima parte più lenta e una seconda più avvincente. Se fosse stato sin dall'inizio un susseguirsi di torture sarebbe stato tutto più banale.
    Il finale non finale secondo me è adattissimo per questo genere di libro, non avrei potuto pensare ad un epilogo migliore.

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