Visualizzazione post con etichetta Garzanti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Garzanti. Mostra tutti i post

martedì 17 novembre 2015

Mini recensione "Il canto del ribelle" di Joanne Harris

Buongiorno, lettori! Sono davvero imperdonabile, ultimamente sono sparita dalla circolazione su tutti i profili del blog, ma non ho avuto proprio tempo! :( 
Tornando al post di oggi, vi parlo di un libro del quale hanno parlato praticamente tutti nell'ultimo mese... Il canto del ribelle di Joanne Harris. Confesso di non aver mai letto nulla di quest'autrice, ma il romanzo mi ha davvero affascinata, sarà pure perché parlava di mitologia. Ringrazio di cuore la Garzanti per la consueta cortesia e disponibilità nell'avermi inviato il libro.

Titolo: Il canto del ribelle
Autore: Joanne Harris
Traduttore: Laura Grandi
Pagine: 319
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811688037
Prezzo di copertina: 16,90 €

Trama: Per Loki, il dio delle fiamme, intelligente, affascinante, ingannatore, spiritoso, l'accoglienza ad Asgard non è delle migliori. Nella città dorata che s'innalza nel cielo in fondo al Ponte dell'Arcobaleno, dove vivono le donne e gli uomini che si sono proclamati dèi, tutti diffidano di lui, che ha nelle vene il sangue dei demoni. Malgrado la protezione di Odino, Loki ad Asgard continua a non essere amato: quello è il regno della perfezione, dell'ordine, della legge imposta. 
Entrare definitivamente nella schiera delle divinità più importanti, per lui, è impossibile: non solo gli viene impedito, è la sua stessa natura ribelle a impedirglielo. Ma arriva il momento della sua riscossa. Il mondo delle divinità è agli sgoccioli, una profezia ne ha proclamato la fine imminente. E Loki potrà mettere le sue capacità al servizio di Asgard e dei suoi abitanti. È lui che si adopera, con la sua astuzia, per trarre in salvo Thor e compagni. Ma gli dèi sono capricciosi, volubili e di certo non più leali di Loki. Adesso è giunta per lui l'ora di decidere da che parte stare, chi difendere e contro chi muovere battaglia. E di scoprire se i suoi poteri e la sua astuzia possono davvero salvarlo dalla fine che minaccia i Mondi e le creature, umane e divine, che li abitano. Joanne Harris ci porta nelle atmosfere piene di fascino della mitologia nordica: le divinità buone e cattive, i popoli in lotta tra loro, le forze oscure, le città fantastiche e le battaglie sanguinose. Protagonista assoluto è Loki...
Voto:


Il canto del ribelle non è altro che la storia degli Dei di Asgard raccontata dal punto di vista di Loki, il Burlone. O il cattivo della situazione.
Beh, neanche tanto in realtà. 
Loki è un personaggio che ho imparato a conoscere attraverso la serie cinematografica che la Marvel ha dedicata a Thor: interpretato da Tom Hiddleston è un personaggio invidioso, geloso e vendicativo, ma la Harris con questo libro cerca di darci la sua versione dei fatti: perché Loki è così invidioso, geloso e vendicativo?
Partendo dal presupposto che, essendo originario del Caos, Loki non è di partenza una figura alquanto buona e pia, ma c'è anche da dire che i suoi "colleghi" Dei non siano propriamente dei santi (ops...). Detto questo, Loki resta comunque una figura interessante, perché è fuori da ogni schema e perché sì, per una volta leggere del cattivo protagonista ci vuole.

Non so quasi nulla di mitologia norrena, per cui non posso fare un paragone fra quello che dicono le leggende e la storia che la Harris ha intessuto. Posso solo dirvi che risulta essere una lettura molto piacevole, divertente, inusuale ed evocativa. Non sono nemmeno una forte amante del fantasy, ma leggere del regno di Asgard e delle sue popolazioni così diverse le une dalle altre, ha risvegliato la mia fantasia.


Ho trovato Loki un personaggio subdolo, manipolatore, vendicativo, rancoroso, astuto, egoista, narcisista e... mi è piaciuto: chi ha sempre e solo voglia di leggere di come i buoni vincono sul male e vivono fra unicorni e arcobaleni? Ogni tanto leggere l'altra versione ci sta tutta.

Consiglio dunque la lettura di questo libro a tutti: sia agli amanti del fantasy che no, a chi ama la mitologia in generale, ma anche a chi ama le storie riproposte sotto un'altra luce.

giovedì 22 ottobre 2015

Recensione "Il conte di Montecristo" di Alexandre Dumas

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di un libro che, sono sicura, conoscerete tutti: Il conte di Montecristo. Erano anni che rinviavo la lettura e finalmente questa volta mi sono decisa e ho fatto proprio bene perché è stata una splendida lettura, che vi consiglio! Ecco la recensione. :)

Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexandre Dumas
Traduttore: Lanfranco Binni
Pagine: 1.313
Anno di pubblicazione: 2011 (1846)
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811379676
Prezzo di copertina: 19,50 €
Prezzo ebook: 1,49 €

Trama: Ambientato nella Francia della Restaurazione e della monarchia di Luigi Filippo, tra il 1815 e il 1839, "Il conte di Montecristo" è la storia di un'ingiustizia subita, riscattata da una vendetta portata alle sue estreme conseguenze. È anche una storia di onnipotenza: Edmond Dantès, vittima innocente dell'invidia dei suoi calunniatori, li distrugge sul loro stesso terreno, li "suicida" utilizzando gli stessi strumenti grazie ai quali sono diventati ricchi e potenti. Come un moderno supereroe, nella sua vendetta riassume in sé il bene e il male, si confronta con i limiti stessi della condizione umana, superandola: la vittoria è giusta ma amara, la vera liberazione è sempre oltre, altrove.
Voto:


Aver finito questo romanzo da meno di 24 ore non mi rende ancora pronta per scriverne una recensione degna, per cui tenterò - come sempre - di lasciare la mia impressione a caldo.

Indubbiamente Il conte di Montecristo è uno di quei libri da leggere almeno una volta nella vita: ci tengo a sottolineare almeno perché penso che probabilmente lo rileggerò con piacere anche in futuro, più di una volta. Non faccio la scoperta dell'America dicendo anche che è una lettura godibilissima, con personaggi forti, tenaci e che restano nel cuore, insieme ai vili e ai codardi di cui la storia è infarcita.
Avevo già letto I tre moschettieri di Dumas padre, ma dopo un inizio coinvolgente, aveva finito per stufarmi e finirlo era stato molto faticoso: cosa che non è successa con il conte, vuoi perché il romanzo è di genere leggermente diverso, vuoi perché la storia è - francamente - più interessante.
Prima di iniziarlo avevo deciso di leggerlo senza fretta, godendomelo nei tempi necessari e forse il risultato riflette questa decisione: l'ho amato e ogni volta non vedevo l'ora di riprenderlo in mano. Inoltre, nonostante la vastità della storia, dei personaggi e dei mille sotterfugi della trama, riuscire a leggerlo nei posti più disparati come treno e metro (la maggior parte delle volte circondata da pendolari che anziché dormire chiacchieravano come se non ci fosse domani) non mi ha affatto demoralizzata e anzi, mi ha aiutata ad evadere dalla realtà come non mi capitava da tempo leggendo un libro. Detto fra noi, dopo mesi di letture appena discrete (tranne alcune eccezioni), è stata una vera boccata d'aria leggere il conte: mi ci voleva proprio e penso che replicherò presto l'esperienza con un altro classico.

Ritornando al libro è scritto - chiaramente - benissimo, la storia prende molto e nonostante il conte sia un personaggio che non dice direttamente la sua versione si resta coinvolti emotivamente con quello che gli succede. Pensando ai lati meno positivi indicherei i dialoghi a volte troppo lunghi e decisamente romantici che spesso mi facevano alzare gli occhi al cielo (con un sorriso, però), poi mi sarebbe piaciuto un maggior coinvolgimento di ciò che il conte pensava e sicuramente mi ha un po' delusa il finale: mi aspettavo di più e mi è sembrato un po' frettoloso, ma a parte questo non ho altre "lamentele" da riportare.

In conclusione, se avete voglia di immergervi - letteralmente - in un gran bel romanzo di altri tempi, di lettura non dico facile ma nemmeno così complessa come pensavo, il conte fa per voi. Leggerlo almeno una volta, poi, è d'obbligo. ;)

mercoledì 14 ottobre 2015

Mini recensione "Tutto l'amore smarrito" di Antonella Frontani

Buon pomeriggio lettori! Oggi vi parlo di un libro pubblicato poche settimane fa: un romanzo con una storia forte e intensa, che vi saprà emozionare, per il quale ringrazio la Garzanti per la possibilità di averlo potuto leggere.


Titolo: Tutto l'amore smarrito
Autore: Antonella Frontani
Pagine: 174
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811688198
Prezzo di copertina: 14,90 €

Trama: Adele adora fermarsi a guardare l'orizzonte dove i confini del sole si perdono. Quel panorama le dona serenità, nonostante tutto. Nonostante il lavoro da giornalista in cui non si sente realizzata e i tanti sogni lasciati in un cassetto. La sua unica ragione di vita è Amata, sua figlia. Amata, che ha bisogno di lei più che mai, chiusa nel suo mondo fatto di melodie, spartiti e tasti del pianoforte. Ogni gesto, ogni pensiero, ogni scelta di Adele è per lei nei suoi giorni che scorrono sempre uguali. Fino a quando non conosce Pietro e il suo silenzio che non riesce a trovare una voce. Pietro è sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen e porta ancora dentro il gelo di quel tempo lontano. I suoni, i rumori, le immagini invadono i suoi incubi. Adele deve solo intervistarlo, poche semplici domande per poi lasciarsi tutto alle spalle. Ma ci sono incontri che cambiano la vita per sempre. Ci sono sguardi capaci di arrivare in luoghi dove il buio non ha lasciato spiragli. Ci sono persone a cui non si può mentire. E questo fa paura. Eppure, più Pietro tenta di fuggire davanti ai suoi fantasmi, più capisce che Adele è la sola che può aiutarlo a fare pace con se stesso. Perché in lei riconosce i suoi stessi errori. E un dolore simile al suo. Un dolore che parla di un amore impossibile che non ha avuto il coraggio di vincere il destino. Ma quando il passato torna con la sua forza dirompente, c'è solo una strada da percorrere. La strada più difficile. Quella della verità.

Voto:


Leggere il romanzo di Antonella Frontani è stato come ricevere un pugno nello stomaco: la storia che racconta, infatti, arriva di prepotenza, con violenza, mozzando il fiato al lettore. 

I personaggi Adele e Pietro sono due sopravvissuti della vita: la prima in seguito a un'evento drammatico, si ritroverà a chiudersi a riccio, mentre il secondo, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthasen, taglierà il mondo fuori dalla propria vita. Due esistenze vissute a metà, vuoi per colpa di un coraggio non trovato, vuoi per una colpa trascinata da decenni, che si ritroveranno in seguito a un'intervista: Adele, infatti si ritroverà a intervistare Pietro sulla sua esperienza durante la guerra e da lì partiranno gli eventi che porteranno i due protagonisti a far cadere il velo su un fatto accaduto 20 anni prima e del quale, entrambi, hanno taciuto da sempre a chi gli sta attorno.
I personaggi della Frontani sono dipinti con estremo affetto da parte dell'autrice, così come vengono descritte con delicatezza le loro vicende umane.

Devo confessare di aver certe volte trovato estremamente esagerate le descrizioni dell'autrice, così come credo che i dialoghi dei personaggi siano state, certe volte, troppo formali e, onestamente, possibili solo su carta scritta. 

Nel complesso Tutto l'amore smarrito è un bel romanzo che, nonostante la brevità, lascia un segno indelebile nel lettore e sono sicura che con maggiore esperienza l'autrice potrà continuare a donarci altri romanzi di struggente bellezza.

giovedì 8 ottobre 2015

Recensione "La magia delle cose perse e ritrovate" di Brooke Davis

Buongiorno, cari lettori! Ieri avrei voluto pubblicare un post, ma sono stata fuori casa praticamente tutto il giorno e anche adesso sto per uscire, quindi pubblico questa recensione che aspetta da tempo. Il romanzo di cui vi parlo l'ho forse letto al momento sbagliato, tanto che il mio parere non è molto positivo come tutti gli altri. Ringrazio comunque di cuore la Garzanti per avermi dato la possibilità di leggerlo.
Titolo: La magia delle cose perse e ritrovate
Autore: Brooke Davis
Traduttore: Marco Zonetti e Maria Paola Romeo
Pagine: 246
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811688471
Prezzo: 14,90 €

Trama: A volte un paio di stivali rossi può aiutare ad affrontare il mondo e le proprie paure. Così è per Millie, che quando li indossa si sente forte e sicura. Ha sette anni ed è curiosa di tutto. Ha tanta voglia di fare domande, di conoscere, di scoprire. Per questo quando un giorno, al centro commerciale, sua madre sembra sparita, non si perde d'animo, ma cerca qualcuno che possa darle una mano a trovarla. E proprio allora che si imbatte in Karl, un anziano un po' speciale che, mentre parla, digita nell'aria le parole. Solo in questo modo riesce a sentire ancora vicina sua moglie a cui un tempo scriveva lettere d'amore sulla schiena. 
Millie si fida subito di lui e la corazza di diffidenza che Karl si è costruito intorno si scioglie grazie agli occhi sperduti e sinceri della bambina. Gli stessi occhi davanti ai quali Agatha sente nascere dentro una tenerezza ormai dimenticata. A ottant'anni non esce più di casa, dopo la morte del marito, e passa le sue giornate alla finestra a spiare i vicini. Ma appena scorge Millie e Karl, c'è qualcosa che la spinge a parlare con quei due sconosciuti. Perché Millie ha il dono unico di raggiungere il cuore delle persone. Perché il suo sorriso ingenuo e solare è capace di portare la felicità. Li dove non ci si aspettava più di trovarla. Grazie a lei Karl e Agatha scoprono che non è mai troppo tardi per vivere appieno la vita, per permettere all'amore di meravigliare ancora.
Voto:


Nonostante di questo libro abbia sentito parlare benissimo, sono qua a scrivere una recensione un po' fuori dal coro, visto che non mi è piaciuto molto e ci ho messo tantissimo tempo per leggerlo (cause maggiori, c'è da dirlo, ma comunque non ero invogliata alla lettura).



Premettendo che è un romanzo scritto molto bene, trovo che sia un libro estremamente particolare e unico nel suo genere, che sì, può essere chiaramente reputato come un complimento (e lo è), ma dall'altra parte ritengo che personalmente è stato proprio questo il motivo che mi ha rallentata nella lettura.
Il mio vero e grande problema, lo so mi ripeto, è il modo in cui la storia è stata narrata: mi piace quando la storia viene raccontata in maniera lineare, senza filosofeggiamenti e pensieri troppo approfonditi sul senso della vita. Purtroppo questo genere di libri non fanno per me e questo andando in questa direzione non ha incontrato il mio gusto personale, ma non per questo non lo ritengo un libro valido.

La storia è dolce ma anche triste e regala certi insegnamenti ma è al contempo, come i personaggi, strampalata. 
Tutto ha inizio quando Millie, una bambina di 7 anni, viene abbandonata dalla madre in un centro commerciale: da lì partono le sue (dis)avventure, grazie alle quali conoscerà Karl il Dattilografo, Agatha Panta, oltre che a Stella e Capitan Tutto. Come non ricordare poi le scene bizzarre all'interno della storia, anche se credo di essermi totalmente persa visto che non ricordo nemmeno se alla fine trovavano o meno la madre di Millie?

Chiaramente averlo letto nell'arco di 1 mese non ha aiutato, ma devo dire a malincuore che non è uno di quei libri che ricorderò con affetto, anzi. 

In conclusione, direi che lo consiglio a chi ha voglia di una storia che oltre a raccontare le vicende di una bambina sfortunata, riesca a trasmettere dei valori sul senso della vita.

venerdì 24 luglio 2015

Recensione "Il sogno più bello" di Hester Browne

Buongiorno, lettori cari! Il libro di cui vi parlo oggi è una lettura di qualche settimana, ma sto avendo modo di pubblicare soltanto adesso la recensione, meglio tardi che mai...? :D Devo ringraziare la Garzanti per aver avuto la possibilità di leggerlo: avevo già letto il primo romanzo di questa scrittrice, Regalami una favola e l'avevo adorato, ma questo libro mi ha delusa e annoiata a morte come pochi. Vi lascio alla recensione!

Titolo: Il sogno più bello
Autore: Hester Browne
Traduttore: Claudia Marseguerra
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811689119
Prezzo: 16,90 €

Trama: Rosie ha trent’anni ed è una delle più famose wedding planner di Londra. Organizza ricevimenti indimenticabili in un lussuoso e antico hotel dalle ampie sale e dagli scintillanti addobbi. Nessuno sa quanto lei qual è il fiore più adatto per il centrotavola, il colore più alla moda per le tovaglie o la musica perfetta per creare la giusta atmosfera. Tutte le spose della città vogliono i suoi consigli.
Eppure per Rosie la preparazione del giorno più bello della vita non ha nulla di romantico. Si tratta solo di lavoro. Perché lei non crede più nel matrimonio. Perché Rosie non può dimenticare il momento in cui è stata abbandonata sull’altare. Da allora non riesce a intravedere nessun lieto fine all’orizzonte, nessuna promessa che possa durare per sempre. Fino a quando non è costretta a lavorare fianco a fianco con Joe, tornato da un viaggio intorno al mondo per curare il suo cuore ferito. 
Ma, nonostante tutto, Joe non ha smesso di avere fiducia nella forza di Cupido. Tra i due lo scontro è immediato. I loro obiettivi non potrebbero essere più diversi. Per Joe è importante che gli sposi siano sicuri di fare la scelta giusta e non importa se il ricevimento salta. Per Rosie si tratta solo di affari e la carriera è l’unica cosa su cui ha concentrato tutta sé stessa dopo la fine della sua relazione.
Eppure, giorno dopo giorno, Joe riesce a fare breccia nel suo cinismo. A mostrarle che se è vero che l’amore a volte può ingannare e far soffrire, a volte può anche regalare nuove inaspettate possibilità. Rosie deve scoprire se è pronta a coglierle, se è pronta a rischiare di nuovo. Perché nei sentimenti non ci sono regole, solo emozioni da vivere.
Voto:



Della stessa autrice ho letto anni fa Regalami una favola, libro dal quale non mi aspettavo molto, ma che mi stupì in maniera positiva, avendolo trovato fresco, divertente e romantico quanto basta per far amare un bel romanzo leggero in piena estate. Per cui quando ho scoperto che stava uscendo il secondo libro di Hester Browne non ho potuto fare a meno di volerlo leggere, sperando di leggere un altro romanzo altrettanto piacevole e confidando nell'autrice che già la prima volta non mi aveva delusa.
Purtroppo, dopo una scalata di ben 427 pagine per un romanzo tipicamente rosa, devo dire che Il sogno più bello mi ha enormemente delusa e annoiata. 
Primo di tutto il numero delle pagine trovo che siano altamente sproporzionate alla storia, in aggiunta al fatto che se ci fosse stato un taglio di almeno 150 pagine, l'intero libro ci avrebbe soltanto guadagnato. Ma andiamo con calma.


Quella che ci viene raccontata dalla Browne è la storia di Rosie, una wedding planner londinese poco più  che trentenne impegnata a ottenere la promozione di direttore  (o vice-direttore, non ricordo) dell'hotel in cui lavora, il Bonneville, dove l'affiancherà presto Joe, il figlio del proprietario che, dopo alcuni anni trascorsi negli States ritorna in patria per fare "esperienza" nell'attività di famiglia.

Parto dai personaggi: Rosie è la classica donna in carriera giovanissima, Joe è l'hippie del romanzo con le sue battute da figli dei fiori e/o uscite tipiche dei bigliettini dei Baci Perugina ed Helen, migliore amica nonché collega di Rosie, è un'altra donna in carriera che dopo aver perso anni della sua vita a stare dietro a un uomo che non la meritava, riesce a trovare un nuovo boyfriend e a sposarsi nel giro di pochi mesi.

Sarò sincera: dei personaggi di questo libro non c'è stato uno, dico UNO che mi sia piaciuto. Rosie sembra una dittatrice e le spose per le quali lavora sono così stupide da farsi comandare a bacchetta, lasciando a lei QUALUNQUE decisione delle proprie nozze. Chiariamo che Rosie ha un concetto dell'albergo un po' retrò/anni '30, romantico e classico e riesce a imporlo alle spose che decidono di sposarsi lì.
Joe è insopportabile come pochi viste le sue uscite infelici del tipo "devi seguire l'andamento dell'universo" o "sei una donna fantastica e meriti di meglio". Come, scusa?! Di Helen e degli altri non accenno neppure.
Dalla storia mi aspettavo qualcosa, semplicemente QUALCOSA, perché in quattrocentoventisette pagine mi sono annoiata a morte nel leggere di tutti i matrimoni che Rosie ha organizzato e se un determinato tavolo/invitato doveva essere messo:  A. sotto l'albero B. vicino la fontana. A me che mi frega?!
Il libro prometteva una storia romantica e una trasformazione della protagonista da "dittatrice seriale" a wedding planner "pagata per fare quello che le spose vogliono", ma sinceramente sembra che la Browne si sia voluta sbizzarrire nella descrizione di come sia il lavoro di una wedding planner e non di raccontare una storia. Se poi sia d'amore o meno, poco importa, visto che personalmente 50 pagine di storia o di NARRAZIONE alla fine non ne fanno un libro degno di questo nome.
Mi rendo conto di essere probabilmente una delle poche o addirittura l'unica a cui questo libro non piacerà, ma ci tengo a dire la mia nel bene e nel male, ormai lo sapete.

Un'ultima nota la faccio alla traduzione: che senso ha usare una pagina sì e una no termini come "rabboccare" e "ghermire"? Santo cielo, è un romanzo rosa, ergo leggero! Sarebbe bastato usare semplicemente i classici sinonimi "riempire" e "afferrare" o no?! >.<

Mi sento di aver già detto abbastanza e sono talmente delusa da questo libro che rischierei di buttarlo giù di sotto se non fosse per il fatto che potrei fare del male ai gatti della vicina! xD

In conclusione quindi, NON vi consiglio questo libro. Anzi, lo consiglio soltanto a chi ama il lavoro delle wedding planner o è interessata all'argomento, magari vi può dare spunti e idee. Consiglio invece il primo romanzo dell'autrice, cioè Regalami una favola, che pur essendo un romanzo molto leggero e per certi versi surreale, mi ha lasciato un ottimo ricordo.

giovedì 11 giugno 2015

Recensione "Fiore di fulmine" di Vanessa Roggeri

Buon pomeriggio! Oggi vi parlo di un libro, graditissimo omaggio della Garzanti, che mi resterà nel cuore per un bel po', oltre al fatto che lo rileggerò ancora in futuro. Purtroppo la "recensione" non gli rende giustizia: nonostante io l'abbia veramente amato, credo di non essere riuscita a trasmettere tutte le emozioni che è stato in grado di suscitarmi. In ogni caso mi saprete dire! ;)

Titolo: Fiore di fulmine
Autore: Vanessa Roggeri
Pagine: 279
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811684626
Prezzo di copertina: 16,40 €

Trama: È quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido, mentre enormi nuvole nere galoppano a oscurare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai conosciuto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta, la bambina è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno venga a prenderla.
Voto: 


Sin da quando è stato pubblicato il suo primo romanzo, Il cuore selvatico del ginepro, ho sempre sentito parlare benissimo di Vanessa Roggeri, tanto da mettere subito in wishlist il suo libro. Purtroppo si sa: la lista di noi lettori incalliti è infinita e per un motivo o per un altro, avevo finora rinviato la lettura del suo libro. Per cui adesso, posso dire di essere anch'io fra gli estimatori di questa talentuosa, bravissima e giovane autrice nostrana che da ora in poi seguirò come un'ombra.

Fiore di fulmine mi ha stregata dalla trama e anche se all'inizio era partito un po' lento (motivo per il quale non ho dato 5 stelle), dopo poche decine di pagine mi aveva già ammaliata. 
Il libro è ambiento a Monte Narba in Sardegna e nelle miniere di carbone e argento della zona. Dopo il bellissimo L'ultimo fiore dell'anima di Anna Melis (libro che ho recensito qui) e da brava isolana, non posso fare altro che apprezzare le storie di questa terra, che continuano letteralmente a rapirmi.


Ci viene narrata la storia di Nora Musa, prima bambina allegra e spensierata, ma cocciuta come solo i Musa possono essere, e più avanti come giovane donna costretta ad affrontare un'esistenza non facile e gravata da un "dono" non voluto. La sua storia s'intreccia poi con quella di Donna Trinez, nobildonna che l'assumerà e grazie alla quale riuscirà a trovare una nuova famiglia. Nora, inoltre, l'aiuterà a svelare un mistero che la donna cerca di scoprire da anni, svelando un episodio triste e malsano che ruota attorno alla famiglia che la ragazza serve.

Una cosa che salta subito all'occhio è il talento dell'autrice nel renderci, inconsapevolmente, partecipi alle vicende della protagonista, ad incoraggiarla, a sperare con lei, ad essere felici delle piccole vittorie che ottiene.

I personaggi sono ben delineati e caratterizzati e ognuno di essi porta con sé un'aura di mistero e fascino che ben si confà con le atmosfere del libro. 
Mi sono affezionata moltissimo a Donna Trinez, ma come non nominare anche Giusta e la dolce e spensierata Annica, per non parlare dei fratelli Alagon, soprattutto Giaime (e qui andrebbero aggiunti cuoricini a gogò! :D). 
Nora, però, è quella che mi ha indubbiamente rapito il cuore e fatta commuovere più di una volta. Oltre ad essere la protagonista del romanzo è stata il mio personaggio preferito in assoluto: fedele a sé stessa fino all'ultimo, anche a costo della vita, con una grande forza d'animo e umiltà, che nonostante la triste e solitaria vita, continua a vivere sperando sempre per il meglio.

Il punto focale del romanzo è senz'altro la figura femminile in molte declinazioni: da una parte abbiamo Donna Trinez, ricca nobildonna e Donna di Carità, pronta a fare del bene a chi è meno fortunato. Dall'altra le serve: Nora, Annica e Giusta, che si aiutano e sostengono a vicenda e al lato opposto Palmira, governante della casa legata a tal punto alla padrona da commettere errori gravissimi fatti solo, dal suo punto di vista, per quello che ritiene essere il bene di Donna Trinez.


Il romanzo è estremamente commovente, una storia che riesce a toccare le corde dell'animo. Si viene assorbiti dal libro, il quale, inutile dirlo, è impossibile non continuare per sapere come finirà. 

Purtroppo mi rendo conto di non riuscire ad esprimere a parole quanto mi sia piaciuto questo romanzo e quanto mi abbia fatto emozionare, tanto che lo rileggerò ancora in futuro e non esagero ad annoverarlo fra le mie letture preferite di sempre. 

Anche se le mie parole non rendono giustizia alla bellezza di questo libro, non posso fare a meno di consigliarlo vivamente a chi ha voglia di leggere un bel romanzo, uno di quelli che entra nel cuore e che si fatica a dimenticare: per accogliere una storia e dei personaggi unici e belli, oltre che per leggere un romanzo scritto benissimo e con grande maestria da un'autrice giovane che spero ci delizierà presto con altre storie.


Ilaria

mercoledì 18 marzo 2015

Recensione "Tra la notte e il cuore" di Julie Kibler

Buongiorno, lettori! Oggi vi lascio alla recensione di Tra la notte e il cuore di Julie Kibler, bellissimo romanzo che vi consiglio caldamente se vi sentite di leggere di una straordinaria storia d'amore d'altri tempi e se volete commuovervi fin nel profondo! :)

Titolo: Tra la notte e il cuore
Autore: Julie Kibler
Traduttore: Alba Mantovani
Pagine: 362
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Garzanti
ISBN: 9788811687511
Prezzo di copertina: 9,90 €

Trama: È mattina presto, e Miss Isabelle si ferma per un attimo sulla soglia di casa ad ammirare la luce dell'alba che colora di rosa i tetti della cittadina di Arlington, Texas. Come ogni lunedì sta aspettando Dorrie, la sua giovane parrucchiera, che per lei è diventata come una figlia. Da dieci anni è la sua cliente speciale, da dieci anni la sua richiesta è sempre la stessa: domare la sua vaporosa chioma in ordinati riccioli argentati. Ma non questo lunedì. Oggi Miss Isabelle sa che la sua vita fatta di piccoli riti e abitudini sta per essere rivoluzionata. Il passato è tornato a tormentarle l'anima e niente potrà più essere come prima. Con tutta la forza d'animo che riesce a raccogliere dopo novant'anni di vita, Miss Isabelle presenta la sua richiesta d'aiuto a Dorrie. Ed è una richiesta sconvolgente. Un lunghissimo viaggio in macchina verso Cincinnati, e bisogna partire subito. Senza spiegazioni. 

Dorrie esita, ma le basta uno sguardo negli occhi della vecchietta per capire che non può rifiutare. Mentre l'orizzonte inghiotte l'asfalto e il rosso del tramonto si dissolve in un cielo buio senza stelle, Miss Isabelle stringe tra le mani un antico ditale d'argento e sente il proprio cuore riaccendersi, come una notte di settant'anni prima, nel 1939. La notte in cui, mentre l'odio e la violenza dilagavano come un'epidemia, due occhi gentili avevano illuminato l'oscurità come un fulmine.
 Voto:


Tra la notte e il cuore è lo splendido romanzo d'esordio di Julie Kibler. Racconta di come, nel 1939, la storia d'amore fra una ragazza bianca e un ragazzo nero era assolutamente e praticamente impossibile. 


La storia è ambientata ai giorni nostri e raccontata, a capitoli alterni, dalle due protagoniste: Dorrie, parrucchiera nera con due figli e Miss Isabelle, novantenne bianca che riceve la prima ogni lunedì a casa per farsi fare i capelli, da ben 10 anni. Le due hanno instaurato un rapporto di reciproca fiducia e affetto, tanto che, anche se se lo diranno soltanto alla fine, si sentono l'una per l'altra come una madre e una figlia.

Miss Isabelle chiede a Dorrie se può accompagnarla in un lungo viaggio in auto fino a Cincinnati, senza dare ulteriori motivazioni. Dorrie accetta: Miss Isabelle non ha nessuno a cui chiederlo e secondo perché essendo per lei un'amica e quasi una madre, non se lo farebbe ripetere due volte. Nel corso della vicenda, quindi, conosciamo le due donne, in particolare Miss Isabelle che in gran parte del viaggio in auto racconta a Dorrie la sua storia. 

Quello che Miss Isabelle racconta a Dollie è di come, 17enne, nel 1939 si innamorò del figlio della domestica di colore che lavorava nella sua casa: Robert. Fra i due nasce prima un'attrazione, poi vero e proprio amore. Nonostante le leggi razziali dell'epoca, l'impedimento della famiglia e la persecuzione e derisione da parte della gente di fronte a una coppia mista, i due decidono di sposarsi in segreto. Purtroppo quello che seguirà non sarà una felice e comune vita matrimoniale, ma solo dolore e strazio che li seguirà per tutta la vita.

La fine è quanto di più sorprendete e commovente io abbia letto ultimamente e potete crederci visto che sono dura a sciogliermi. Mi ha sconvolta e fatta emozionare, facendomi amare questo romanzo incondizionatamente.


Ho amato i personaggi. Certe volte Isabelle mi è sembrata un po' egoista: se non fosse stato per lei e per il fatto che abbia alimentato la sua relazione con Robert, molto probabilmente non sarebbe successo quello che poi è accaduto nel romanzo, ma posso tranquillamente capire che una ragazza di 16-17 anni ha tutto il diritto di voler vivere una storia d'amore, sia pur essa impossibile e anticonvenzionale. Robert: senz'altro un "brav'uomo" come dice Isabelle, un vero uomo direi io, se paragonato poi ai fratelli di lei, dei veri e propri animali.

Anche Nellie e Cora meritano una menzione: entrambe sono figure che non sono state potute approfondire troppo, specie la seconda, ma sono dei personaggi a cui non si può non volere bene. Tutto all'opposto, invece, per quanto riguarda i genitori di Isabelle (dei fratelli ho già accennato): la madre succube di quello che la gente può pensare, senza curarsi di quello che in realtà fa felice la figlia, accecata dai propri pregiudizi, mentre il padre, purtroppo  di indole debole, si lascia sopraffare dalla moglie e dai figli maschi, ma si riscatta alla fine.

Lo stile della Kibler tiene il lettore incollato alle pagine. Come dicevo anche alla mia socia, ho letto le prime 100 pagine senza neanche rendermene conto: era come se ne avessi lette solo 10! Una caratterizzazione fatta egregiamente e una bellissima penna, che merita di essere tenuta d'occhio. Senza alcun dubbio acquisterò i suoi prossimi romanzi a occhi chiusi.

I messaggi che l'autrice vuole trasmettere al lettore sono essenzialmente due ed entrambi positivi: 
  1. il primo è un chiaro NO al razzismo, in tutte le sue forme.
  2. il secondo è: c'è sempre una soluzione a tutto. Finché c'è la salute e finché si è in vita, si può sistemare tutto, anche se lì per lì sembra una tragedia. 

In conclusione posso dire che, se amate i romanzi con storie appassionanti che attraversano i decenni, legano più destini insieme e amate un tocco vintage, questo romanzo fa per voi. 
Personalmente l'ho amato di tutto cuore e da ora in poi rientrerà fra i miei romanzi preferiti, che consiglierò sempre.
Ci vedrei benissimo una trasposizione in film, verrebbe fuori una sorta di mix fra The Help e Le pagine della nostra vita e forse anche più bello! *_* Incrocio le dita!

Nota cover: quella della Garzanti è molto carina, ma quella originale (che ripropongo qui a lato) è veramente bellissima, oltre al fatto che riesce nell'intento di sintetizzare l'intera storia in un'unica immagine.

Curiosità: l'autrice è attiva su due blog! Il primo è questo, che condivide con altre cinque scrittrici e amiche, il secondo invece è un blog di autori appena pubblicati nel quale si aiutano a vicenda ed è questo, che però è stato chiuso nel gennaio 2014! D:

Penso di aver detto tutto, quindi ... leggetelo!!! ^^