Buongiorno cari!Come state?? ^^
Oggi una recensione a cui tengo molto, non avevo mai affrontato questa lettura nonostante il mio amore per Charles Dickens, credo che non fosse arrivato ancora il
suo momento ma due settimane fa, di punto in bianco, è arrivata
l'ispirazione, o meglio dire l'attrazione, e ho preso in mano questo
volumone da quasi novecento pagine e ho iniziato il viaggio nella mia
amata Londra vittoriana. *-*
Mi raccomando, fatemi sapere se vi interessa o se l'avete già letto...raccontatemi tutto!!!
Titolo: David Copperfield
Autore: Charles Dickens
Pagine: 858
Anno di pubblicazione: 2004 (1850)
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8804525141
Prezzo di copertina: € 13.80
Trama: «Di tutti i miei libri» confessò Charles Dickens «amo soprattutto David
Copperfield. Nessuno potrà mai, leggendola, credere in questa
narrazione più di quanto non vi abbia creduto io mentre la scrivevo.» E
in effetti ben pochi scrittori hanno saputo catturare in modo più
efficace le emozioni dell'infanzia e la sorpresa, la magia e il terrore
del mondo quali li vedono gli occhi di un bambino.
In realtà le
avventurose esperienze di David Copperfield adombrano le vicende che
hanno contrassegnato la vita dell'autore, che tuttavia riesce ad andare
ben oltre il banale autobiografismo.
Dickens descrive con rara
incisività tutta una galleria di personaggi raccolti attorno alla figura
del giovane protagonista, sino a formare una delle "commedie umane" più
lette di ogni tempo. E il favore con il quale il romanzo fu accolto fin
dal suo primo apparire nel 1850 non è mai venuto meno.
Voto:

Ho provato fin da subito una forte
empatia per David: un sentimento non mosso dalla pietà e dalla
compassione che provai per Pip ( il protagonista di Grandi Speranze
non rientra affatto tra i miei preferiti), o dalla profonda
tenerezza, provata fin dalle prime pagine, che determinò la mia
preferenza per Oliver; per David è stato amore a prima vista: l'ho
visto nascere tra le braccia di una madre sola, amorevole ma troppo
ingenua, l'ho visto circondato dall'amore di una governante materna
sempre pronta a proteggerlo, l'ho visto ribellarsi contro quel nuovo
papà manesco e rigido che non avrebbe mai voluto, l'ho visto
soffrire, essere sfruttato e umiliato, l'ho visto ribellarsi al
destino e prendere una nuova strada, crescere e diventare prima un
ragazzo educato poi colto e amante delle donne, l'ho visto prendersi
la prima cotta e cedere ad un amore immaturo, rendersene conto ma
provarci fino alla fine, ho tifato per lui durante tutto il suo
percorso, ho sperato che si accorgesse della brutalità delle persone
che vivono nella speranza di ingannare e approfittarsi, ho sperato
che non facesse quello sbaglio che per anni gli ha chiuso gli occhi,
ho sperato che li riaprisse per accorgersi che quello che voleva era
là, proprio davanti a lui.

Non ho resistito all'infinita dolcezza
di Peggotty, quella governante che rispecchia, nell'immaginario
collettivo, tutte quelle tate affettuose che, con qualche chilo in
più, buoni messaggi e maniere dirette, avremmo voluto nella nostra
infanzia; ho tifato per Agnes, dal primo secondo in cui l'ho
incontrata ne sono rimasta affascinata e ho capito che era lei,
quella ragazzina oggetto dell'amore eccessivo di un padre vedovo,
debole e sofferente, la donna del romanzo; zia Betsey, così
eccessiva e particolare, ha fatto breccia nel mio cuore nel momento
stesso in cui decide di prendersi cura del piccolo David, quando
affronta i due fratelli Murdstone sono fiera di lei, sorrido alla sua
abitudine di cambiare il nome a qualsiasi personaggio incontrato, la
sua singolarità è unica e ha fatto si che sia tra i miei personaggi
preferiti...
Poi ci sono quei personaggi che hanno
l'ovvia funzione di essere gli antagonisti, e qui nessuno viene
risparmiato: Edward Murdstone è il primo che David ha la sfortuna di
incontrare, apparentemente affascinante e affabile riesce ad
ingannare Clara e a sposarla, in realtà si rivelerà un uomo rigido
e freddo, bugiardo e violento; Uriah Heep è sicuramente il
personaggio più odioso che abbia mai incontrato, con la sua
professata “umiltà” è un ragazzo dall'aspetto inquietante,
all'apparenza auto-ironico in realtà si dimostrerò subdolo e
infido, malvagio e contorto; Steerforth non è proprio un antagonista
ma è sicuramente un personaggio negativo, compagno di scuola di
David è carismatico e affascinante, leader ma con una pessima
condotta etica.
“Qui, benché i personaggi si
offollino uno dietro l'altro e la vita scorra ovunque, un certo
comune sentire – la giovinezza, la gioia e la speranza – avvolge
il tumulto, raccolgie gli elementi sparsi e investe la migliore delle
opere di Dickens di un'atmosfera di bellezza” Saggio di V. Woolf
Questi sono solo alcuni dei tantissimi
personaggi che ci presenta Dickens, sicuramente quelli che sono stati
maggiormente evidenziati (forse ho dimenticato di citare lo sciocco
Micawber) o almeno quelli che hanno colpito particolarmente me, ma vi
assicuro che anche quelli secondari sono degni di nota.
David Copperfield, romanzo più
autobiografico
dell'autore inglese, è sostanzialmente diviso il due
parti: la prima è la più classica del repertorio dickensiano, con i
temi del lavoro in fabbrica, lo sfruttamento minorile, la Londra
fumosa e grigia, il degrado umano e urbano, mentre nella seconda
assistiamo alla crescita del protagonista che diventa uomo e affronta
le tragedie della vita; ho letteralmente divorato la prima parte con
David bambino perchè adoro le tipiche tematiche citate in
precedenza, la parte successiva cala un pochettino di intensità ma
la storia e lo stile ti catturano magistralmente, spesso mi sono
ritrovata a sorridere, a volte addirittura a ridere, dell'ironia che
l'autore usa abitualmente per caratterizzare i suoi personaggi.
Adoro lo stile di Dickens, checché se
ne dica, lo trovo estremamente scorrevole, ha la magnifica capacità
di presentare una infinità di personaggi tutti perfettamente
caratterizzati, tutto è incatenato precisamente e niente è lasciato
al caso, ci sono alti e bassi ovviamente ma mai pause monotone che
interrompono la lettura...quello che amo ancor di più è il fatto
che i “cattivi” siano tutti sempre puniti, nessuno avrà il
perdono dell'autore solo i più meritevoli, giusto le ultime pagine,
avranno quel lieto fine che si sono guadagnati in tutta una vita di
fatica.
Curiosità:
Tolstoj, che considerava Dickens il
migliore di tutti i romanzieri inglesi, dichiarò che "David
Copperfield" era il suo romanzo riuscito meglio; Henry James
ricordò di amare sentirlo leggere da sua madre nascosto sotto un
tavolino; Dostoevskij rimase affascinato dalla sua lettura nel campo
di prigionia in Siberia; Kafka definì il suo libro “America"
"una pura imitazione" di esso; James
Joyce espresse il suo rispetto per questo romanzo nel suo libro
"Ulisse"; Virginia Woolf, che non aveva normalmente una
grande considerazione per Dickens, confessò il valore di questo
romanzo, che racconta "i miti e le memorie della vita";
esso era inoltre il romanzo preferito di Sigmund Freud.
Questo è il mio Charles Dickens.