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giovedì 19 febbraio 2015

Mini recensione "Picnic al cimitero e altre stranezze" di Marie-Aude Murail

Buondì lettori!!!
Come state??Oggi giornata speciale perchè vi lascerò due recensioni, sono strettamente collegate ma lo scoprirete da voi...iniziamo con la prima davvero minuscola!!!Come sempre lasciatemi le vostre opinioni, a più tardi!! ^^

Titolo: Picnic al cimitero e altre stranezze. Un romanzo su Charles Dickens
Titolo originale: Charles Dickens
Autore: Marie-Aude Murail
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Giunti
ISBN: 978-8809772977
Prezzo di copertina: € 8.50

Trama:  Marie-Aude Murail è una grandissima appassionata di Charles Dickens. Da sempre. In casa ha persino una sorta di angolo dickensiano, con libri (tenuti sotto chiave) e varie immagini dell'autore inglese. Soltanto lei poteva prendere in mano le fila della narrazione di una vita che sembra in tutto e per tutto un romanzo scritto da Dickens stesso. Dall'infanzia vissuta prima nel miraggio di una buona istruzione e poi nella dura realtà di una fabbrica di lucido da scarpe, a una serie di peripezie che lo portano a 24 anni già alla fama e al successo; dalle amicizie nate nelle pause del lavoro giovanile agli amori e alla numerosissima famiglia che formò. Charles Dickens ha scritto nei suoi libri molto di quanto aveva vissuto e Marie-Aude Murail racconta il tutto come fosse un romanzo, un suo romanzo, con la leggerezza e la sagacia che la contraddistinguono e che, lei dice, forse ha imparato proprio da quel grande maestro.
 Voto:

Questa sarà un recensione un po' particolare perchè non ho intenzione di svelarvi particolari della vita, davvero interessante, del mio amato Dickens; vi posso solo dire che si tratta di una simpatica biografia per ragazzi e che lo stile fresco e brioso della Murail, che mi aveva già catturata in Miss Charity, vi conquisterà! Detto questo, ho intenzione di lasciarvi dei piccoli stralci da questo libro per spiegarvi un po' il mio amore per Dickens!

"Dickens sprofonda nel suo romanzo, più gli occhi si fanno immensi. Vede. Qualsiasi scena che sta descrivendo, la vede. Dickens vive in mezzo ai suoi personaggi, parla con loro e loro parlano con lui. Ci manca poco che non scriva sotto loro dettatura. A ognuno di loro dà qualcosa di sé..."

"Dickens non è l'inventore della festa di Natale, ma nessuno meglio di lui ha saputo celebrarla e diffonderla."

"A chi va il denaro delle rappresentazioni dei poveri di Londra, a un'associrazione operaia, ad artisti caduti in disgrazia...Perchè papà Dickens è anche così: con il cuore in mano."

"Perchè c'è una cosa che bisogna precisare: papà Dickens non è "cool". Non ama le punizione corporali, che sono invece abituali nell'Inghilterra vittoriana. Ma vuole ordine, metodo e volontà."

"La verità è che Dickens ha un grande difetto, una tara, un vizio imperdonabile: è "popolare"."

"Disse allora una ragazzina: Mr. Dickens è morto? E quindi morirà anche Babbo Natale?
Oggi posso rassicurare quella ragazzina. Charles Dickens è come Babbo Natale, Immortale."

Se siete appassionati, o semplicemente curiosi, avvicinatevi e scoprite che questo grande artista è stato prima di tutto un grande uomo!

Recensione "Le stanze dei fantasmi" di AA.VV.

Buon pomeriggio!!
Come annunciato stamani, ecco la seconda recensione di giornata, che so interessa ad alcuni di voi!!Buona lettura!

Titolo: Le stanze dei fantasmi
Titolo originale: The Haunted House
Autori: Collins, Dickens, Gaskell, Procter, Sala, Stretton
Pagine: 236
Anno di pubblicazione: 2014 (1859)
Editore: Del Vecchio Editore
ISBN: 978-8861101135
Prezzo di copertina: € 14.50

Trama: In una vecchia casa di campagna Joe e Patty decidono di invitare un gruppo di amici per vivacizzare le loro giornate. Una coppia affiatata, un giovanotto brillante, una femminista convinta, un ex marinaio col suo compagno di avventure e un avvocato di successo rispondono all'invito, e finiscono per partecipare a un singolare "ritiro" in una classica location alla Poe: una villa isolata e popolata di presenze dall'oltretomba. Vivranno per tre mesi insieme, lontani dal mondo, avendo la possibilità di scoprire quale fantasma abita la loro stanza (e la loro vita), senza mai farne parola. Soltanto alla fine si riuniranno per raccontarsi ciò che hanno visto e udito, come in un inquietante Decameron. Regista dell'esperimento è Joe, alter-ego dello stesso Dickens. "Le stanze dei fantasmi" è un modernissimo romanzo a cornice, che inanella una serie di storie pubblicate su "All the Year Round" nel 1859, a cura di Charles Dickens. Con la sua consueta ironia ai limiti della satira e con il pretesto degli spettri, il più famoso scrittore vittoriano compone un nutrito campionario delle fobie e delle nevrosi dei suoi contemporanei.
 Voto:

Avete visto che copertina fantastica?! *-* La mia prima nota va alla casa editrice e all'illustratore che hanno fatto un lavoro eccezionale.

Se il titolo vi attira perchè si citano i fantasmi e siete attratti da una possibile ambientazione gotica vi devo fermare perchè quando ci troviamo a parlare di Dickens niente è come sembra.
Questo esperimento, diretto dalla sua mente geniale, ha unito sei dei maggiori autori del periodo vittoriano: lo stesso Dickens (che scrive tre storie quella di apertuna, quella finale e la sua ghost story), il padre del romanzo poliziesco Wilkie Collins, la signora del romanzo sociale Elizabeth Gaskell, la poetessa più letta in Inghilterra Anne Procter, la più famosa scrittrice di storie per bambini Hesba Stretton e il giornalista e autore di un famoso romanzo erotico George Augustus Sala.

Sono sette "ghost stories" in un solo romanzo che hanno lo scopo di far riflettere sulle paure e sulle paranoie dell'uomo, gli autori ovviamente si concentrano sulle angosce del loro tempo e così vengono esagerati i peccati, i sensi di colpa e tutti quei demoni che vivono nell'animo umano; quindi come ho accennato in precedenza non ci sono presenze sovrannaturali o fantasmi ma ancora una volta Dickens sfrutta questo esperimento per concetrarsi sulla realtà umana.

Devo ammettere che il libro non mi ha catturata come pensavo: per i primi racconti ho faticato un po' a tenere viva la concentrazione, ho trovato alcuni racconti un pochino noiosetti, la poesia non rientra nei miei gusti e la story della Procter è forse quella che mi è piaciuta di meno; naturale che dal racconto di Collins in poi tutto è stato più semplice perchè è stata la prima avventura ad avermi catturata, Collins è un mago nel tenere alta la suspence anche in dei semplici racconti (e devo ancora leggere i suoi romanzi), a mia sopresa il racconto che ho apprezzato maggiormente è stato quello della Gaskell nonché quello più lungo. (Collins, Dickens, Gaskell si..il resto un po' meno)

Le stanze dei fantasmi non è una raccolta di racconti ma bensì brevi storielle, scritte da penne diverse in cui si riconoscono lo stile, le tematiche e la prosa di ogni singolo autore, che formano un'opera singola: un romanzo a più voci.
Avevo letto in precedenza La casa sfitta edito dalla Jo March e devo dire che sicuramente ho apprezzato maggiormente quell'esperimento.
Consigliato agli amanti dell'epoca vittoriana e dei suoi autori

mercoledì 15 ottobre 2014

Recensione "David Copperfield" di Charles Dickens

Buongiorno cari!Come state?? ^^
Oggi una recensione a cui tengo molto, non avevo mai affrontato questa lettura nonostante il mio amore per Charles Dickens, credo che non fosse arrivato ancora il suo momento ma due settimane fa, di punto in bianco, è arrivata l'ispirazione, o meglio dire l'attrazione, e ho preso in mano questo volumone da quasi novecento pagine e ho iniziato il viaggio nella mia amata Londra vittoriana. *-*
Mi raccomando, fatemi sapere se vi interessa o se l'avete già letto...raccontatemi tutto!!!

Titolo: David Copperfield
Autore: Charles Dickens
Pagine: 858
Anno di pubblicazione: 2004 (1850)
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8804525141
Prezzo di copertina: € 13.80

Trama: «Di tutti i miei libri» confessò Charles Dickens «amo soprattutto David Copperfield. Nessuno potrà mai, leggendola, credere in questa narrazione più di quanto non vi abbia creduto io mentre la scrivevo.» E in effetti ben pochi scrittori hanno saputo catturare in modo più efficace le emozioni dell'infanzia e la sorpresa, la magia e il terrore del mondo quali li vedono gli occhi di un bambino.
In realtà le avventurose esperienze di David Copperfield adombrano le vicende che hanno contrassegnato la vita dell'autore, che tuttavia riesce ad andare ben oltre il banale autobiografismo.
Dickens descrive con rara incisività tutta una galleria di personaggi raccolti attorno alla figura del giovane protagonista, sino a formare una delle "commedie umane" più lette di ogni tempo. E il favore con il quale il romanzo fu accolto fin dal suo primo apparire nel 1850 non è mai venuto meno. 
Voto: 
Ho provato fin da subito una forte empatia per David: un sentimento non mosso dalla pietà e dalla compassione che provai per Pip ( il protagonista di Grandi Speranze non rientra affatto tra i miei preferiti), o dalla profonda tenerezza, provata fin dalle prime pagine, che determinò la mia preferenza per Oliver; per David è stato amore a prima vista: l'ho visto nascere tra le braccia di una madre sola, amorevole ma troppo ingenua, l'ho visto circondato dall'amore di una governante materna sempre pronta a proteggerlo, l'ho visto ribellarsi contro quel nuovo papà manesco e rigido che non avrebbe mai voluto, l'ho visto soffrire, essere sfruttato e umiliato, l'ho visto ribellarsi al destino e prendere una nuova strada, crescere e diventare prima un ragazzo educato poi colto e amante delle donne, l'ho visto prendersi la prima cotta e cedere ad un amore immaturo, rendersene conto ma provarci fino alla fine, ho tifato per lui durante tutto il suo percorso, ho sperato che si accorgesse della brutalità delle persone che vivono nella speranza di ingannare e approfittarsi, ho sperato che non facesse quello sbaglio che per anni gli ha chiuso gli occhi, ho sperato che li riaprisse per accorgersi che quello che voleva era là, proprio davanti a lui.
Non ho resistito all'infinita dolcezza di Peggotty, quella governante che rispecchia, nell'immaginario collettivo, tutte quelle tate affettuose che, con qualche chilo in più, buoni messaggi e maniere dirette, avremmo voluto nella nostra infanzia; ho tifato per Agnes, dal primo secondo in cui l'ho incontrata ne sono rimasta affascinata e ho capito che era lei, quella ragazzina oggetto dell'amore eccessivo di un padre vedovo, debole e sofferente, la donna del romanzo; zia Betsey, così eccessiva e particolare, ha fatto breccia nel mio cuore nel momento stesso in cui decide di prendersi cura del piccolo David, quando affronta i due fratelli Murdstone sono fiera di lei, sorrido alla sua abitudine di cambiare il nome a qualsiasi personaggio incontrato, la sua singolarità è unica e ha fatto si che sia tra i miei personaggi preferiti...

Poi ci sono quei personaggi che hanno l'ovvia funzione di essere gli antagonisti, e qui nessuno viene risparmiato: Edward Murdstone è il primo che David ha la sfortuna di incontrare, apparentemente affascinante e affabile riesce ad ingannare Clara e a sposarla, in realtà si rivelerà un uomo rigido e freddo, bugiardo e violento; Uriah Heep è sicuramente il personaggio più odioso che abbia mai incontrato, con la sua professata “umiltà” è un ragazzo dall'aspetto inquietante, all'apparenza auto-ironico in realtà si dimostrerò subdolo e infido, malvagio e contorto; Steerforth non è proprio un antagonista ma è sicuramente un personaggio negativo, compagno di scuola di David è carismatico e affascinante, leader ma con una pessima condotta etica.

“Qui, benché i personaggi si offollino uno dietro l'altro e la vita scorra ovunque, un certo comune sentire – la giovinezza, la gioia e la speranza – avvolge il tumulto, raccolgie gli elementi sparsi e investe la migliore delle opere di Dickens di un'atmosfera di bellezza”   Saggio di V. Woolf

Questi sono solo alcuni dei tantissimi personaggi che ci presenta Dickens, sicuramente quelli che sono stati maggiormente evidenziati (forse ho dimenticato di citare lo sciocco Micawber) o almeno quelli che hanno colpito particolarmente me, ma vi assicuro che anche quelli secondari sono degni di nota.
David Copperfield, romanzo più autobiografico
dell'autore inglese, è sostanzialmente diviso il due parti: la prima è la più classica del repertorio dickensiano, con i temi del lavoro in fabbrica, lo sfruttamento minorile, la Londra fumosa e grigia, il degrado umano e urbano, mentre nella seconda assistiamo alla crescita del protagonista che diventa uomo e affronta le tragedie della vita; ho letteralmente divorato la prima parte con David bambino perchè adoro le tipiche tematiche citate in precedenza, la parte successiva cala un pochettino di intensità ma la storia e lo stile ti catturano magistralmente, spesso mi sono ritrovata a sorridere, a volte addirittura a ridere, dell'ironia che l'autore usa abitualmente per caratterizzare i suoi personaggi.

Adoro lo stile di Dickens, checché se ne dica, lo trovo estremamente scorrevole, ha la magnifica capacità di presentare una infinità di personaggi tutti perfettamente caratterizzati, tutto è incatenato precisamente e niente è lasciato al caso, ci sono alti e bassi ovviamente ma mai pause monotone che interrompono la lettura...quello che amo ancor di più è il fatto che i “cattivi” siano tutti sempre puniti, nessuno avrà il perdono dell'autore solo i più meritevoli, giusto le ultime pagine, avranno quel lieto fine che si sono guadagnati in tutta una vita di fatica.

Curiosità:
Tolstoj, che considerava Dickens il migliore di tutti i romanzieri inglesi, dichiarò che "David Copperfield" era il suo romanzo riuscito meglio; Henry James ricordò di amare sentirlo leggere da sua madre nascosto sotto un tavolino; Dostoevskij rimase affascinato dalla sua lettura nel campo di prigionia in Siberia; Kafka definì il suo libro “America" "una pura imitazione" di esso; James Joyce espresse il suo rispetto per questo romanzo nel suo libro "Ulisse"; Virginia Woolf, che non aveva normalmente una grande considerazione per Dickens, confessò il valore di questo romanzo, che racconta "i miti e le memorie della vita"; esso era inoltre il romanzo preferito di Sigmund Freud.

Questo è il mio Charles Dickens.


venerdì 3 ottobre 2014

Recensione "Storie fantastiche delle vacanze" di Charles Dickens

Buongiorno bella gente!!
Come state?? Oggi un'altra recensione, ed è la prima in cui parlo di un autore che amo moltissimo e che ci terrei a farvelo conoscere meglio, anche perchè ve ne parlerò di nuovo prestissimo...Tra le altre cose, mi farebbe davvero piacere sapere chi di voi abbia già letto qualche suo libro...scrivetemi! ^^

Spesso, erroneamente, considerato come autore per ragazzi o etichettato (forse da chi non l'ha mai letto) noioso e pesante, oggi vi parlo di Charles Dickens...
Titolo: Storie fantastiche delle vacanze
Autore: Charles Dickens
Pagine: 87
Anno di pubblicazione: 2014 (1868)
Editore: Feltrinelli
ISBN: 978-8807901140
Prezzo di copertina: € 6.50

Trama: Quattro racconti per l'infanzia di un grande maestro dell'Ottocento. La sospensione dell'incredulità è il presupposto di un racconto introduttivo uscito dalla penna di un bambino di otto anni. Una lisca magica che, per una sola volta può esaudire qualunque desiderio viene donata da una Fata a una piccola Principessa. Un piccolo Capitano coraggioso di nome Boldheart combatte la sua guerra personale contro le angherie del Maestro di Grammatica Latina. Distinti ed educati piccoli signori accudiscono i grandi come fossero i loro bambini, in un paese incantato dove i grandi non devono mai far tardi, devono sempre ubbidire e per punizione sono messi nell'angolino...
 Voto:
Questa è la prima recensione che scrivo per il blog del mio amato Charles e forse non ve l'avevo ancora detto ma questo scrittore è tra i miei preferiti: non date retta alle voci che circolano sulla "pesantezza" del suo stile perchè Dickens è uno di quegli autori che vanno scoperti almeno una volta nella vita.

I racconti per l'infanzia non fanno parte del repertorio dello scrittore inglese, padre del romanzo sociale, ma nonostante questo Dickens si rivela, come sempre, un maestro e il risultato è ottimo.

Le Holiday Romance sono divise in quattro parti, ognuna raccontata dai quattro protagonisti: William, Nettie, Robert e Alice. Qui non ci sono bambini maltrattati, sfruttati o abbandonati tipici dei romanzi sociali dell'autore, ma i quattro protagonisti sono spensierati e liberi di inventare storie educative per i grandi, per opporsi a quel mondo adulto che ai loro occhi sembra inaccessibile e intoccabile; e così diventano i narratori delle loro quattro storie: una fiaba, un racconto di avventure, una storia di pirati e un racconto di vita domestica.

Sono quattro racconti per l'infanzia ma questo non influenza lo stile dell'autore che, come sempre, colpisce: in base al racconto che stiamo leggendo anche il linguaggio subisce modifiche così da notare alternanze tra linguaggi marinareschi, giudiziari o tipici dei romanzi eroici sempre però favorendo l'uso del linguaggio fiabesco.
Anche la consueta ironia di Dickens pervade tutti i racconti: spesso attraverso le parole utilizzate in modo errato dai bambini nel caso di linguaggi specifici, o in elementi caratteristici del sarcasmo dickensiano o ancora in alcuni finali che potrebbero risultare un po' ambigui.

"Storie fantastiche delle vacanze è un'ulteriore testimonianza dell'arte di un narratore straordinario, maestro anche nell'evocare personaggi appena accennati...personaggi appena intravisti eppure memorabili; questi brevi, scintillanti racconti confermano l'ingegno narrativo e sottolineano la sua capacità di coniugare l'importanza dei contenuti con la leggerezza della forma."

Non posso che consigliare questo breve volume a tutti gli amanti del grande scrittore e anche a chi si sentisse incuriosito da Dickens per iniziare da un libro non proprio del suo repertorio ma che sicuramente non vi annoierebbe.

Qui non c'entrano i gusti letterari, qui si tratta di letteratura, di un autore che ha fatto storia, che ha raccontato in maniera eccelsa l'epoca vittoriana criticandone la società industriale e denunciandone i soprusi e i pregiudizi attraverso un'attenta analisi del ceti economicamente svantaggiati.
Non esistono scuse per non leggere i pilastri della letteratura mondiale.
Fidatevi, e siate curiosi: avvicinatevi ad uno dei migliori romanzieri di tutti i tempi.